L’operazione è riuscita…
Alle 18 finalmente un medico viene verso di noi; nel tempo dei pochi passi che deve percorrere cerchiamo di leggere sul suo volto la sentenza che sta per comunicarci, e sappiamo già che non vorremmo sentirla.
– L’operazione è riuscita, ora è in terapia intensiva. Ha avuto una voluminosa emorragia cerebrale che abbiamo evacuato.
– Possiamo vederla? Ci sono danni?
– Non subito. Ora è in coma farmacologico, solo più avanti potremo capire se e quanto sono state compromesse delle funzioni.
Come nei film, anche nella vita le operazioni riescono sempre. Degli operati invece si sa sempre dopo e il successo non è garantito.
Se e quanto. Lo capiamo dal tono della voce e dai suoi occhi bassi che quel se è messo lì per lasciarci un filo di speranza, perché sa che è troppo presto per mostrarci un orizzonte che non sarà roseo, che c’è già oggi un grande dolore e bisogna dare il tempo di ingoiarlo prima di aggiungerne altro.
Più tardi ci fanno entrare per qualche minuto: dorme, la testa avvolta in un bianco turbante di bende, un tubo che le esce dalla bocca, uno più sottile che viene da una flebo e scompare sotto il lenzuolo, cavi che collegano sensori a uno schermo che restituisce valori normali, come se stesse veramente dormendo dopo una giornata tranquilla. E invece sta iniziando un lungo e faticoso viaggio.
Guardo Anna Maria e capisco quante volte una donna deve partorire una creatura, metterla nuovamente al mondo, e spesso solo la prima volta è un momento di felicità.
Si vorrebbe restare lì, magari fuori della porta, per non lasciarla sola, ma ora c’è molto da fare e qui non siamo utili.
Andiamo a casa sua a prendere Valentina, Augusto e nonna Ada e tutte le cose che servono. Leonardo resterà col suo papà.
Mentre la vita di Alessandra sembra essersi fermata la nostra si sta muovendo velocemente e non riusciamo a intravedere in che direzione. Tutto sta cambiando, già domani dovremo prendere decisioni importanti, capire a chi chiedere aiuto; sarà una notte senza sogni affollata di angosce e brutti pensieri, lunga da far passare.
Finalmente Valentina dorme, un sonno che nella notte diventa un po’ agitato, forse i tentativi di sentire la sua mamma che sta dormendo un sonno diverso.
‘Notte.
Lule – Barcelona Gipsy balKan Orchestra